Scoliosi dell’adulto con approccio combinato anteriore e posteriore

Descrizione del problema e diagnosi

Donna di 53 anni che negli ultimi due anni ha visto un rapido peggioramento della postura che risultava sempre più piegata da un lato e del dolore lombare, accentuata particolarmente sul fianco destro e su tutta la fascia lombare bassa irradiando nei glutei. 
Il forte dolore che si accentuava durante il lavoro e la stazione eretta le causava sempre più assenze dal lavoro. 
L’assunzione di farmaci antidolorifici fra i quali anche oppiacei era diventata cronica ma l’unica condizione che le toglieva il dolore era la posizione sdraiata. 
Aveva fatto diversi tipi di fisioterapia, manipolazioni ed applicazioni elettromedicali ed aveva anche portato il peso corporeo ad un livello ideale. Nonostante tutte queste misure conservative la deformità della colonna continuava ad aumentare e per tale motivo ha preso in considerazione un trattamento chirurgico. 
Aveva eseguito una RMN della colonna che non mostrava zone di compressione di nervi o restringimenti del canale spinale. 
Le radiografie della colonna in piedi mostravano un’importante deformità vertebrale toracolombare con rotoscoliosi sinistroconvessa con apice in D12-L1 ed un’angolatura di circa 45°. 
Visto il potenziale molto elevato di un progressivo peggioramento della curvatura e l’insuccesso della terapia conservativa venne presa la decisione di procedere con la chirurgia correttiva. 

Piano terapeutico e trattamento

Considerando la giovane età della signora e la necessità di dover essere in grado di riprendere l’attività lavorativa dopo l’intervento, abbiamo deciso di eseguire un doppio approccio che sarebbe consistito in un primo tempo chirurgico in cui le vertebre lombari sarebbero state stabilizzate per via anteriore, ovvero giungendo sulla colonna per via transaddominale. 
L’approccio anteriore consente di giungere direttamente sul disco intervertebrale senza trovarsi davanti le strutture nervose come succede durante l’approccio posteriore. SI può cosi eseguire una larga rimozione del disco intervertebrale, o discectomia, ed inserire, ai fini della stabilizzazione, dei grossi spaziatori intervertebrali che conferiscono alla colonna un alto grado di stabilità e resistenza. 
Una volta eseguite quindi le discectomia ed i posizionamento degli spaziatori (vedi le frecce bianche sulla terza immagine), la paziente è stata riportata in corsia e mobilizzata in piedi nella giornata successiva .
Dopo 5 giorni, durante i quali la signora è rimasta degente in reparto, abbiamo poi eseguito il secondo tempo dell’intervento con l’inserimento delle viti e barre per via posteriore .
La signora ha fatto un’ottima ripresa anche da questo intervento che è più invasivo degli approcci anteriori ed è stata mobilizzata in seconda giornata. Dopo altri 5 giorni di degenza, infine, è tornata a casa. 
A più di due anni dall’intervento la signora sta molto bene ed ha risolto quasi completamente la sintomatologia dolorosa. Ha ripreso l’attività lavorativa escludendo mansioni che comportano sforzi particolari circa 4 mesi dopo l’operazione. Riferisce che le limitazioni fisiche dovute al blocco della colonna sono minime e ben gestibili. 

Questa paziente ha dato la disponibilità ad essere contattato per chi volesse discutere  in dettaglio la storia della malattia. Potete richiedere i contatti riempendo il modulo nella sezione “Contatti” nella barra di navigazione.